Leopoldo Metlicovitz (Trieste 1868 - Pontelambro 1944)

 

 

 

 

Inizia le prime esperienze grafiche a Udine, dove lavora come aiuto litografo. Si trasferisce a Milano, lavora presso la Ricordi e dal 1892 dirige la trasposizione litografica dei bozzetti di Hohenstein e Mataloni. L'anno seguente firma una serie di illustrazioni per la ditta Tensi. I suoi primi manifesti datano intorno agli anni 1896-97, e inseriscono su impostazioni disegnative e chiaroscurali d'ambito naturalistico, motivi floreali e cenni dinamici di schema liberty.
Trova, fra i1 1904 e i1 1906, nelle proposte sintetiche di M. Dudovich, modo di rinnovarsi accettando la selezione ponderata delle strutture pittoriche, introducendo le campiture piatte, la bidimensionalità, la linea che 'riassumÈ in se le indicazioni volumetriche. Stupenda la serie dei manifesti Mele del 1904, 1905, 1907, 1908, 1910, 1911; mentre fa la 'reclamÈ agli abiti da confezione, l'artista inventa i suoi momenti magici di parole sussurrate, di gesti sapienti; spesso gli accostamenti di colore, le luci che crea, le ombre e le sfumature finiscono per proporre, insieme a un vestito o a un cappello e all'atmosfera diffusa, interi squarci della società del suo tempo negli ambienti e nei momenti emblematici: il salotto, il foyer, il giardino, la strada.
Metlicovitz assimila i suggerimenti più diversi presentandoli sotto l'etichetta del verismo impressionistico.
Tra i suoi manifesti più significativi vanno ricordati quello per l'Inaugurazione del Traforo del Sempione, quello per il film Cabiria, quello per l'operetta musicale Sogno d'un valzer.
Amico di Puccini e di altri musicisti, si reca più volte in America per assolvere agli impegni scenografici della Ricordi; illustra libretti d'opera e spartiti, riviste, francobolli, ed alcune serie delle famose figurine Liebig. Si dedica pure alla pittura; esegue ritratti di famiglia, paesaggi di Ponte Lambro e di altri ambienti lombardi a lui noti, rimanendo attaccato ad una concezione di verismo naturalistico.

 

 

Walter Abrami