Inizia le prime esperienze grafiche a
Udine, dove lavora come aiuto litografo. Si trasferisce a Milano, lavora
presso la Ricordi e dal 1892 dirige la trasposizione litografica dei
bozzetti di Hohenstein e Mataloni. L'anno seguente firma una serie di
illustrazioni per la ditta Tensi. I suoi primi manifesti datano intorno
agli anni 1896-97, e inseriscono su impostazioni disegnative e
chiaroscurali d'ambito naturalistico, motivi floreali e cenni dinamici
di schema liberty.
Trova, fra i1 1904 e i1 1906, nelle proposte sintetiche di M. Dudovich,
modo di rinnovarsi accettando la selezione ponderata delle strutture
pittoriche, introducendo le campiture piatte, la bidimensionalità, la
linea che 'riassumÈ in se le indicazioni volumetriche. Stupenda la serie
dei manifesti Mele del 1904, 1905, 1907, 1908, 1910, 1911; mentre
fa la 'reclamÈ agli abiti da confezione, l'artista inventa i suoi
momenti magici di parole sussurrate, di gesti sapienti; spesso gli
accostamenti di colore, le luci che crea, le ombre e le sfumature
finiscono per proporre, insieme a un vestito o a un cappello e
all'atmosfera diffusa, interi squarci della società del suo tempo negli
ambienti e nei momenti emblematici: il salotto, il foyer, il giardino,
la strada.
Metlicovitz assimila i suggerimenti più diversi presentandoli sotto
l'etichetta del verismo impressionistico.
Tra i suoi manifesti più significativi vanno ricordati quello per l'Inaugurazione
del Traforo del Sempione, quello per il film Cabiria, quello
per l'operetta musicale Sogno d'un valzer.
Amico di Puccini e di altri musicisti, si reca più volte in America per
assolvere agli impegni scenografici della Ricordi; illustra libretti
d'opera e spartiti, riviste, francobolli, ed alcune serie delle famose
figurine Liebig. Si dedica pure alla pittura; esegue ritratti di
famiglia, paesaggi di Ponte Lambro e di altri ambienti lombardi a lui
noti, rimanendo attaccato ad una concezione di verismo naturalistico.